martedì 24 agosto 2010

CORPI ELETTORALI (FEMMINILI)




In Usa ha fatto scandalo (giustamente) la campagna denigratoria dei repubblicani che hanno pensato bene di operare il confronto tra le proprie candidate e le candidate democratiche basandosi sul parametro "bellezza" o meglio "sex appeal" (guarda il video)
Questa "oscenità" made in USA ci ricorda le parole del Silvio nazionale che inneggiava la presenza di belle figliole nel suo partito.
Mal comune mezzo gaudio?
Non proprio.
Non si tratta, infatti, come hanno replicato i repubblicani, di avere sense of humor ma di giocare sul solito cliché della donna che, se non ha un bel corpo, vale poco quanto nulla.
Sembra proprio che il gentil sesso debba subire in ogni caso una mortificazione: se è bella se ne esclude a priori l'intelligenza, se è bruttina o non rispondente ai canoni plastificati attuali è una povera repressa a cui è negato il bene supremo ovvero il sesso con un maschio.
A chi è rivolta questa simpatica campagna? All'elettorato maschile perché voti in base alle preferenze sessuali o a quello femminile che, a quanto pare, deve identificarsi nella bellezza in shorts o nelle tette in evidenza delle candidate?
Non ci risulta che la vittoria di Obama sia stata determinata dalla sua scintillante bellezza, ma l'attuale presidente ha un jolly da giocare rispetto alle candidate repubblicane: non è una donna.

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