mercoledì 2 maggio 2012

FASCISMO E LIBERTA'... A SANTERAMO



Abbiamo appreso con indignazione dell'esistenza di una lista denominata "Fascismo e libertà" che presenta un proprio candidato sindaco a Santeramo. Abbiamo letto l'intervista al giovane candidato (che ha vent'anni) e la nostra indignazione si è arricchita di un sentimento di pena nei confronti di un ragazzo che - con nonno e padre fascisti - non è riuscito a comprendere la gravità delle colpe del PNF che in un ventennio ha distrutto non solo lo stato democratico ma anche le vite di moltissimi uomini e donne, torturati, deportati o "semplicemente" uccisi perché oppositori del regime. Un movimento politico che, con affermazioni populiste e attraverso il controllo della stampa, ha raccontato una realtà inesistente fatta di prosperità e di "italianità" e si è alleato con un potere ancor più "banalmente" malvagio (per citare Hanna Arendt), quello nazista diventando complice e artefice della morte o della privazione della umanità (i campi di concentramento erano campi di privazione della dignità umana) di cittadini ebrei (tra cui molti bambini, come se uccidere gli adulti non fosse stato già un crimine insopportabile) oltre che di zingari e omosessuali.
Come si possa dimenticare tutto questo e ridurre il fascismo alle promesse vane formulate o all'orgoglio "italiano" davvero ci riesce difficile comprenderlo.
Ciò non di meno la memoria storica non deve però farci accettare la "democratura" e la vera anti-politica di chi oggi (dall'interno del palazzo) rivendica il suo essere indispensabile alla politica: nella granparte dei casi sono indispensabili a chi, per far soldi venderebbe anche la propria madre (la Terra).

7 commenti:

enrico ha detto...

eeeeeeeeeeee il comunismo "REGIME" DOVE LO METTETE............tutti i regimi hanno fatto disastri e portato lutti e dolore

Anonimo ha detto...

..mamma mia che tristezza questo articolo.. una povertà di argomentazione decisamente imbarazzante.. sarebbe bene farsela un minimo di cultura prima di scrivere cose a caso legate all'esistenza di luoghi comuni e stereotipi di basso livello..

Andrea Chessa ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Andrea Chessa ha detto...

Che articolo noioso... luoghi comuni che nemmeno su un libro di Storia da terza elementare... Che monotoni... ma non vi siete stancati di ripetere come degli automi sempre le stesse cazzate?

Anonimo ha detto...

evvai!!! ancora le favolette di Papà Castoro sui Fascisti cattivi che sono oramai indegne perfino nei programmi storici di 5 elementare!!! Io semmai proverei pena per i tanti sciagurati cresciuti coi nonni e i padri partigiani e li venerano come eroi senza sapere che hanno innanzi dele belve assetate di sangue come diostrano le MIGLIAIA di stragi dimenticate e rappresaglie volutamente provocate.....

Davide

Anonimo ha detto...

L'indignazione, è uno stato d'animo personale al quale nessuno può porre rimedio e fa parte della natura umana, lo stato di compassione appartiene invece ad un essere superiore che dall'alto della sua onniscenza scende al substrato inferiore con l'umiltà del maestro per aiutare l'evoluzione di chi è in uno stato ancora ancestrale. Personalmente non ritengo che chi ha scritto questo blog sia un "dio" o un "semidio" pertanto mi indigno anch'io ma non compatisco... Mi indigno perchè giudicare offendendo è una pratica vile ed ancor peggio è dare un giudizio ad un momento storico tanto complesso con quattro parole appiccicate senza un minimo di approfondimento. Ricordiamo a chi scrive che le strade, le grandi opere urbane, l'acquedotto, la bonifica delle paludi, il salario minimo, la previdenza sociale, i diritti sindacali, le otto ore lavorative, il pareggio di bilancio, e centinaia di altre riforme di cui oggi tutti indistantamente usufruiamo (incluso l'autore) vengono dal ventennio ed in nessun modo il fascismo ha emanato leggi omofobe. Mentre da 30 anni si cerca di costruire la Salerno-Reggio Calabria, l'Italia nella classifica mondiale della corruzione naviga negli ultimi posti,i sindacati che hanno distrutto il lavoro e depredato i lavoratori della loro dignità con i loro accordi sottobanco, le banche usuraie e mi fermo qui per decenza. Nessun popolo se non il nostro offende la sua storia nonostante regimi, denominati democratici, si sono macchiati e si macchiano ancora oggi di genocidi e stragi di massa, di guerre e di olocausti ben peggiori con la differenza che non c'è in corso una guerra mondiale. I popoli di questi stati sono invece fieri e nazionalisti e non si vergognano se la loro nazione ha ancora le colonie o ruba il petrolio e le ricchezze di altri con la scusa di guerre interventiste inutili ed inappropriate. Solo noi paghiamo ancora le accise per la guerra in Abissinia e sputiamo sulla nostra bandiera in memoria di un olocausto che non ci appartiene mentre le vittime nobili di questa rappresaglia bombardano gli asili palestinesi e dichiarano di voler annientare altri stati. Quando la demenza di queste affermazioni ripetute a pappagallo finirà e qualcuno andrà a prendersi un bel libro di storia per approfondire detterminati argomenti citando riferimenti di ciò che asserisce forse avremo ridato un pizzico di dignità al nostro paese ed alla storia di una nazione vassalla di altri popoli e dell'ignoranza cieca. Dario

Giovanni Montoro ha detto...

L'ultima scoperta:Gesù è morto per il freddo!!

Leggendo questo articolo mi sono reso conto, ancora una volta anche se non ne ho mai dubitato, di essere dalla parte giusta che sicuramente è opposta a quella dell’ autore di questo tema.
Un tema non solo da quinta elementare ma addirittura da scuola serale, senza un minimo di onestà intellettuale nei confronti della storia, quella vera con la esse maiuscola.
A parte la “grandezza morale” di cui si sente investito tanto da poter provare pena per una persona che nonostante i suoi vent’anni, ha deciso di dare il proprio contributo per cercare possibili soluzioni agli atavici problemi che ammorbano il vivere quotidiano e civile di quella realtà locale.
Problemi che non sono certo frutto del ventennio, ma diretta conseguenza della politica nata all’indomani della “liberazione” e frutto dei 66 anni di regime democratico in cui viviamo.
Ma il massimo della banalità viene raggiunto quando lo scribacchino fa riferimento al nonno e al padre, ma si è posto la domanda che forse proprio per le parole ascoltate dalla voce del nonno, si sarà reso conto delle false verità che sono state dette sul Fascismo e che, ancora oggi, vengono raccontate?
Ma forse non comprende come mai un ragazzo di vent’anni preferisce impegnarsi politicamente, anziché perdere tempo al bar, impasticcarsi ai rave, o meglio ancora frequentare i centri sociali.
L'unica scusante che posso trovargli (all'autore), è quella che forse ha letto troppi scritti dei vari Bocca, Scalfari, e le memorie di qualche "resistente".