La scorsa settimana siamo stati ospiti di "Un caffe con..." sul portale Altamuralife sito di infomazione locale. Non ci capitano spesso queste opportunità: abbiamo accettato.
L'intervista - nei 25 minuti successivi l'introduzione - è stata interamente dedicata al tentativo da parte della giornalista di "chiarire" la scelta di vendere i propri spazi all'amministrazione di turno (scopo legittimo!), non cogliendo il tema della nostra critica al programma "La parola al sindaco".
Sostenere che si tratti di uno spazio autogestito non è sufficiente.
E le preoccupazioni di chi considera l'indipendenza di giornalisti e mezzi d'informazione come il fondamento di una democrazia sono fondate e supportate logicamente: i nostri amministratori hanno comprato una video-intervista al mese per 4 mesi.
Lo staff di Altamuralife ha elaborato un'offerta, l'ha proposta al comune di Altamura e questi hanno accettato di comprare un pacchetto comprendente:
- 3 banner alta visibilità con collegamento ad una sezione speciale (vedi sotto);
- la realizzazione di una sezione speciale nel portale ("La parola al Sindaco");
- una fotogallery;
- quattro video-interviste sui temi che di volta in volta il sindaco sceglie. Edilife è comunicazione e informazione, ci hanno spiegato. E' un'azienda e come tale deve fare soldi
Il problema è che mantenere chiaramente distinti i due "comparti" è davvero difficile.
Facciamo un esempio: se si ospita la pubblicità di un'acqua in bottiglia, difficilmente l'editore sarà felice di un'inchiesta sulla qualità di quell'acqua che la metta in cattiva luce.
Soprattutto se quell'azienda deciderà (o minaccerà) di ritirare la sua pubblicità. Qualcosa di simile è accaduto in Rai quando un programma ha ospitato Giuseppe Altamore.
E' questo il "rischio" di cui parliamo (e non è un processo alle intenzioni ma una considerazione su scenari possibili che sono già divenuti realtà in altri casi).
I portali, come i giornali o le trasmissioni tv, di solito vengono aperti (anche) per fare profitto. Sono imprese a tutti gli effetti. Se sono gratuiti devono attrarre sia lettori che investitori che - salvo rarissime eccezioni (in cui sono mecenati della libertà di stampa) - sono interessati a farsi pubblicità cioè a far conoscere i loro pregi, i loro punti di forza.
Difficilmente decideranno di fare o mantenere la pubblicità su un mezzo di informazione che continuamente li critica.
Come si mantiene l'indipendenza in questi casi? O evitando che soggetti "troppo forti" possano comprare spazi pubblicitari (e noi crediamo che l'amministrazione sia un soggetto di grande peso per un mezzo di informazione locale) o con una costante e continua vigilanza sulla "terzietà" dei giornalisti. E per questa seconda strada sono utilissimi i lettori che possono far notare incongruenze e penne troppo delicate con chi contribuisce a pagare gli stipendi di chi scrive.
Un portale di informazione locale è troppo importante (e non è retorice) per rischiare "autocensure".
Considerazione a parte va fatta sull'amministrazione che decide di comprare degli spazi usando i nostri soldi. Crediamo che sia stata una scelta completamente inopportuna, visto che gli spazi vengono usati perché il sindaco parli alla città su argomenti a sua scelta. Non si tratta di spazi acquistati per far conoscere le bellezze di Altamura o i nostri successi gastronomici ma di veri e propri spazi di propaganda.
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