Il 6°Forum Mondiale dell'acqua (FME) 2012 in corso a Marsiglia è organizzato dalle multinazionali del settore (VEOLIA, SUEZ, Lyonnaise-des-eaux...) e legittimata dalla presenza di 140 governi (e tra questi c'è anche la Regione Puglia).
Sono le più grandi aziende del mondo ad aver messo su il Consiglio Mondiale dell'Acqua che insieme alla Banca Mondiale si arroga dal 1997 il diritto di decidere la politica dell'acqua a livello mondiale. Finora il massimo che sono riusciti ad deliberare è che l'acqua è un bisogno. Non un diritto. E la cosa più assurda è che in quell'assise ci sono i vari governanti che ovviamente approvano e magari si convincono anche.
Ve lo ricordate Onofrio Introna (allora assessore alle OO.PP.) ed oggi presidente del Consiglio Regionale Pugliese che sosteneva che "... l'acqua non è più un diritto... l'acqua è un bisogno" ? (clicca qui per ricordare)
Le multinazionali dell'ORO BLU sono state capaci in vent'anni di trasformare gli italiani in uno dei popoli con il maggior consumo di acqua in bottiglia; una massa di idioti che "...non mi fido dell'acqua di rubinetto" (che, invece, è mediamente molto buona) e che non si pone nessuna domanda sulla reale utilità e/o salubrità dell'acqua in bottiglia.
Figuratevi quanto ci mettono a convincere i nostri politici.
Per fortuna dal 2003 al FME si è aggiunto il FAME (FORUM ALTERNATIVO MONDIALE DELL'ACQUA), voluto da movimenti e associazioni, che già nel 2009 trovò una importante sponda nel Presidente dell'assemblea Generale delle Nazioni Unite (H.E. Miguel D'Escoto Broockmann) posizione sfociata nella Risoluzione ONU del 28 luglio 2010 che ha dichiarato per la prima volta nella storia il diritto all'acqua un diritto umano universale e fondamentale.
Ed è strano che questo importante concetto venga ignorato nella bozza di documento finale del Forum Mondiale dell'Acqua. Merito del Canada che ha chiesto di modificare il testo da approvare. Tutti gli altri zitti, tranne la Bolivia.
Per fortuna il FAME (iniziato tra polizia a go-go e diversi attivisti in stato di fermo per ore senza motivo) - con oltre 2000 partecipanti - ha raggiunto risultati di ben altra portata. E' stata ufficializzata la rete europea dei movimenti per l'acqua (clicca qui), promossa a Napoli e fortemente sostenuta dal Forum Italiano dei movimenti per l'acqua. Tra gli obiettivi c'è quello di raccogliere un milione di firme per sostenere una legge di iniziativa popolare europea per una gestione pubblica e partecipata dei servizi idrici. Il documento finale del FAME contiene anche un appello all'ONU per organizzare un forum dell'acqua slegato dalle multinazionali.
P.S.: i lavori del FAME sono stati interrotti dalla preoccupante notizia relativa all'assassinio di un attivista messicano Bernardo Vasquez Sanchèz che si batteva contro lo sfruttamento del sottosuolo nel suo paese.
Sono le più grandi aziende del mondo ad aver messo su il Consiglio Mondiale dell'Acqua che insieme alla Banca Mondiale si arroga dal 1997 il diritto di decidere la politica dell'acqua a livello mondiale. Finora il massimo che sono riusciti ad deliberare è che l'acqua è un bisogno. Non un diritto. E la cosa più assurda è che in quell'assise ci sono i vari governanti che ovviamente approvano e magari si convincono anche.
Ve lo ricordate Onofrio Introna (allora assessore alle OO.PP.) ed oggi presidente del Consiglio Regionale Pugliese che sosteneva che "... l'acqua non è più un diritto... l'acqua è un bisogno" ? (clicca qui per ricordare)
Le multinazionali dell'ORO BLU sono state capaci in vent'anni di trasformare gli italiani in uno dei popoli con il maggior consumo di acqua in bottiglia; una massa di idioti che "...non mi fido dell'acqua di rubinetto" (che, invece, è mediamente molto buona) e che non si pone nessuna domanda sulla reale utilità e/o salubrità dell'acqua in bottiglia.
Figuratevi quanto ci mettono a convincere i nostri politici.
Per fortuna dal 2003 al FME si è aggiunto il FAME (FORUM ALTERNATIVO MONDIALE DELL'ACQUA), voluto da movimenti e associazioni, che già nel 2009 trovò una importante sponda nel Presidente dell'assemblea Generale delle Nazioni Unite (H.E. Miguel D'Escoto Broockmann) posizione sfociata nella Risoluzione ONU del 28 luglio 2010 che ha dichiarato per la prima volta nella storia il diritto all'acqua un diritto umano universale e fondamentale.
Ed è strano che questo importante concetto venga ignorato nella bozza di documento finale del Forum Mondiale dell'Acqua. Merito del Canada che ha chiesto di modificare il testo da approvare. Tutti gli altri zitti, tranne la Bolivia.
Per fortuna il FAME (iniziato tra polizia a go-go e diversi attivisti in stato di fermo per ore senza motivo) - con oltre 2000 partecipanti - ha raggiunto risultati di ben altra portata. E' stata ufficializzata la rete europea dei movimenti per l'acqua (clicca qui), promossa a Napoli e fortemente sostenuta dal Forum Italiano dei movimenti per l'acqua. Tra gli obiettivi c'è quello di raccogliere un milione di firme per sostenere una legge di iniziativa popolare europea per una gestione pubblica e partecipata dei servizi idrici. Il documento finale del FAME contiene anche un appello all'ONU per organizzare un forum dell'acqua slegato dalle multinazionali.
P.S.: i lavori del FAME sono stati interrotti dalla preoccupante notizia relativa all'assassinio di un attivista messicano Bernardo Vasquez Sanchèz che si batteva contro lo sfruttamento del sottosuolo nel suo paese.
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