giovedì 8 settembre 2011

Lavitola, il guercio (Roberto), i finti ripubblicizzatori ed il raggiro del risultato referendario

La cricca dei privatizzatori (o finti ripubblicizzatori) stava già studiando come fregarci i risultati del referendum e mangiarci sopra. Nella giornata di ieri ilFattoQuotidiano in un articolo di Riccardo Gardel dava notizia di alcune intercettazioni telefoniche in cui Valer Lavitola ex-direttore de L'Avanti (organo del PSI) parla con il prof. Roberto Guercio docente di infrastrutture idrauliche presso a Roma e nominato commissario straordinario per le emergenze idrogeologiche in moltissime regioni d’Italia e a questo link trovate l'ordinanza le intercettazioni di cui si parla sono a pag. 6 e pag 100.
Ricapitoliamo:
  1. le grandi imprese nazionali e multinazionali (sono 3 o 4 al massimo) vogliono mettere le mani sugli acquedotti;
  2. queste aziende provano a fare lobbying sui governi sovranazionali, nazionali e localifare rovano;
  3. molti governi (tipo governo italiano) cedono alle lusinghe, ma soprattutto ai soldi e fanno leggi per assoggettare le risorse e le reti idriche a queste aziende;
  4. il popolo italiano (26.850.000 votanti) si accorge di ciò e si mobilità per scongiurare il rischio legato alla PRIVATIZZAZIONE DEGLI ACQUEDOTTI;
  5. il popolo italiano ha detto chiaramente che l'ACQUA NON PUò ESSERE VENDUTA e che L'ACQUA NON DEVE ESSERE OGGETTO DI SPECULAZIONE FINANZIARIA. Il Popolo sovrano l'ha detto.
  6. Oggi questi pseudo governanti con la scusa della crisi dei mercati tornano all'attacco a neanche e mesi dal referendum.
Ecco perchè i provvedimenti legislativi (nazionali o regionali che siano) hanno l'obbligo di essere quanto più chiari e trasparenti possibile. Ecco perchè la legge sbandierata dal governo pugliese (vendola-bis) non convince chi davvero crede nella ripubblicizzazione del servizio idrico.

COMUNICATO STAMPA

alle telefonate di Lavitola emergono le strategie su come aggirare il referendum sull’acqua. Si legge su Il Fatto Quotidiano “Se il voto ha abrogato il profitto – secondo quesito sull’acqua – stabilendo il principio della gestione pubblica, in fondo basta spostare gli utili dalla gestione al vero core business del gruppo Caltagirone, la costruzione delle infrastrutture. Questo è il piatto ricco che potrà continuare a garantire nei fatti l’interesse dei privati nell’acqua, beffando il voto del referendum”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/07/nelle-telefonate-di-lavitola-le-strategie-su-come-aggirare-il-referendum-sullacqua/155662

E’ quello che sta avvenendo dovunque e anche con l’Acquedotto pugliese dove, come abbiamo più volte denunciato (vedi: www.acquabenecomune.org), la legge sulla cosiddetta ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese - così come emendata su proposta dell’Assessore Amati - andrebbe a trasformare l’AQP S.p.A. in Azienda Speciale (il condizionale è d’obbligo poiché tale trasformazione è ancora a livello di affermazione non confermata neanche dalla dichiarazione ufficiale del Governo regionale), lasciando in mano alle società miste il “core business” ovvero stando alla dizione della stessa legge regionale “le attività diverse dal servizio idrico integrato ma da esso rivenienti” (in particolare si veda: Legge AQP: riflessioni e valutazioni http://www.acquabenecomune.org/raccoltafirme/index.php?option=com_content&view=article&id=1040:legge-aqp-riflessioni-e-valutazioni&catid=153&Itemid=72).

Ricordiamo al riguardo che attraverso gli stessi emendamenti è stato eliminato il riferimento ai consorzi pubblici come organismi per gestire le attività diverse dal Servizio Idrico Integrato. Inoltre, nel caso dell’Acquedotto pugliese è importante ricordare che, allo stato attuale, non tutte le attività afferenti il Servizio Idrico Integrato sono realizzate in proprio dal “nuovo” soggetto; non rientrano, infatti, nella cosiddetta ripubblicizzazione le attività di potabilizzazione e di depurazione gestite da Società a Responsabilità Limitata (rispettivamente AQP Pot s.r.l. e PURA s.r.l.), attualmente controllate da AQP S.p.A.

Come si vede gli emendamenti apportati sono sostanziali e decisivi!

E aver chiesto ragione di tali emendamenti ha attirato l’ira dell’Assessore Amati che – non entrando nel merito delle critiche - ha mosso verso il Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”–Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua gravi insinuazioni.

Ma ciò che è più grave è l’arroganza e la disinvoltura di gran parte della classe politica nel non tenere fede agli impegni assunti, nel costruire narrazioni e/o rappresentazioni a proprio uso e consumo, nel cercare di creare categorie binarie “buono/cattivo”, “amico/nemico”, “bianco/nero” funzionali a “ricompattare” in caso di necessità!

La situazione, infatti e ovviamente, è generale! Si invita a leggere al riguardo l’articolo inviato alla stampa lo scorso mese “Acqua. Rumore mediatico ma intesa bipartisan” .

Bisogna che sia chiaro a tutti che chi cerca di raggirare i risultati del referendum, di fatto calpesta la sovranità popolare e si fa scherno della volontà collettiva, demolendo pezzo dopo pezzo i fondamenti dello Stato democratico e la cultura delle regole (e del loro rispetto) attraverso le quali la democrazia dovrebbe essere garantita.

Comitato pugliese "Acqua Bene Comune"




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