giovedì 18 settembre 2008

Farina del mio sacco



Quest'anno assieme a Raffaele del G.A.S. "Chiacchiereffrùtte" ho conservato alcuni quintali di grano per trasformarlo in farina. Si tratta di grano "Cappelli" che non avevo nè concimato, nè diserbato... più che biologico: ETICO!
Il grano "Senatore Cappelli" è varietà autoctona, soppiantata da grani geneticamente modificati per renderli più precoci e redditizi, ma che (a detta di molti) sono all'orignie dell'aumento dei casi di celiachia.
Conservare il grano è una pratica ormai abbandonata dagli agricoltori moderni: meno fastidio, meno perdite di tempo durante la raccolta... forse le stesse case non sono più adatte a conservare i prodotti della terra. Eppure se conservati nella quantità minima sufficiente ad un nucleo familiare allargato, non hanno necessità di essere trattati con gas pesticidi e disinfettanti come avviene negli immmensi silos... La settimana scorsa abbiamo portato il grano (6 q.li circa) al mulino; siamo ritornati a casa con il "grano lavorato": Farina integrale, Grossetto, Semola, Semola rimacinate, oltre la crusca per le galline della zia (c'è sempre una zia con le galline).
Ieri abbiamo fatto il pane, le focacce, i dolci (già perchè la semola rimacinata di grano Cappelli è ottima anche per i dolci!) Che soddisfazione!
Il pane con la farina integrale è buonissimo, è pane vero, grezzo, scuro... sembra provenire direttamente dalla terra su cui è cresciuto il grano...
Fare il pane è una terapia, soprattutto se... è farina del tuo sacco!

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