mercoledì 15 giugno 2011

DDL sull'ACQUA della Regione Puglia: quello approvato NON è il testo ORIGINARIO


Il governo pugliese (Vendola e Amati in testa) e l'intero consiglio regionale pugliese hanno dimostrato di non aver compreso il vero significato del REFERENDUM: la gente ha capito che sull'acqua e sul nucleare si stava prendendola in giro e che la vera DEMOCRAZIA è quella della PARTECIPAZIONE! Il popolo dell'acqua (riunito in Puglia nel Comitato Pugliese Acqua Bene Comune) che aveva apprezzato il METODO utilizzato nella stesura del DDL nel 2009 (pre-elezioni 2010) non può tacere sul metodo "dopo-elezioni" con il quale il governo regionale ha modificato unilateralmente il testo originario stravolgendolo nei punti chiave.

All'indomani dello straordinario risultato del 12 e 13 giugno, l'approvazione "ACCELERATA" di questa legge stride con le istanze emerse con forza dalla valanga di Sì. Quella di ieri è sembrata più un'operazione dettata dai tempi dell'onda mediatica che una vera inversione di tendenza. Tanto più che l'ambiguità di alcuni articoli, pur necessitanto di un'attenta analisi, sembra contrastare con i titoli di giornali e tiggì.

Sull'acqua, però, c'è poco da scherzare e le alchimie giuridico-propagandistiche si scioglieranno presto nel fiume della NUOVA CULTURA DEL BENE COMUNE che questo con questo Referendum è nato.



Comunicato stampa

Valutazioni sulla Legge per la "cosidetta" ripubblicizzazione dell'Acquedotto pugliese


Ieri, lunedì 13 giugno, l’esito del voto referendario segnava una svolta storica in questo Paese rispetto non solo al processo di privatizzazione ma anche al processo democratico e partecipativo.

Oggi, martedì 14 giugno - così come appreso esclusivamente dalla stampa - il Governo regionale della Puglia ha posto in discussione in Consiglio il Disegno di Legge sulla gestione del Servizio Idrico Integrato. Il testo portato in aula sulla “cosiddetta” ripubblicizzazione dell’Acquedotto Pugliese non è quello originario, scaturito dal tavolo tecnico congiunto fra Governo Regionale e Comitato Pugliese – Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.

In sede di discussione in Consiglio, agli emendamenti proposti dall’Assessore Amati (e approvati dalle Commissioni competenti) si sono aggiunti altri presentati grazie alla tempestiva mobilitazione realizzata dal “popolo dell’acqua” di tutto il Paese, di cui abbiamo appreso durante la seduta del Consiglio alla quale abbiamo assistito.

Per il momento, vi diamo conto dei punti principali, rinviando la valutazione complessiva a un’analisi più approfondita del testo approvato dal Consiglio appena sarà reso disponibile.

Il riferimento al 23-bis è stato eliminato. Operazione giuridicamente dovuta in seguito all’esito del referendum!

L’articolo che faceva riferimento alla possibilità di gestire attraverso società miste le “attività strettamente connesse” alla gestione del SII è stato ulteriormente emendato a seguito della mobilitazione di oggi. La nuova formulazione non fa più riferimento alle “attività strettamente connesse” (come appreso in sede di Consiglio) bensì alle attività “diverse dal servizio idrico integrato ma da esso rivenienti”. Questo significherebbe che il ricorso eventuale a società di capitale non dovrebbe riguardare le attività di potabilizzazione, depurazione e distribuzione idrica.

L’erogazione gratuita del minimo vitale resta legata esclusivamente all’avanzo netto annuale di gestione”. Questo non è accettabile se si vuole garantire realmente il diritto all’acqua potabile, affinché non sia solo una mera dichiarazione di principio.

- L’articolo che faceva riferimento all’amministratore unico nominato e revocato dal Presidente della Regione sentita la Giunta è rimasto invariato nonostante la proposta di un ulteriore emendamento che stabilisse la scelta, almeno del direttore generale, attraverso concorso pubblico. Si prende atto che anche questa proposta non ha trovato accoglimento nell’articolato della norma, lasciando ancora una volta la scelta in capo esclusivamente al Presidente della Regione e, quindi, a una forte influenza di carattere politico-partitico.

Con queste premesse riteniamo necessario sottolineare che non si potrà parlare di Acquedotto pugliese pubblico fin quando rimarrà una società per azioni non in grado, fra l’altro, di garantire l’erogazione gratuita del minimo vitale e, quindi, il diritto all’accesso all’acqua potabile.

In ultimo, poiché in aula consigliare abbiamo assistito a un ridicolo tentativo di strumentalizzazione riguardo alle nostre osservazioni e richieste - da parte di alcuni consiglieri del PDL che fino ad oggi hanno avversato il processo di ripubblicizzazione e la campagna referendaria - riteniamo doveroso ribadire che il Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”– Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua non intende accettare alcuna strumentalizzazione sul proprio operato, né interpretazioni del proprio pensiero.

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Segreteria del Comitato Referendario Pugliese "2 SI per l'Acqua Bene Comune"

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