Questa mattina alla conferenza stampa di presentazione della campagna referendaria per l'acqua pubblica e bene comune, erano presenti Stefano Rodotà, Alex Zanotelli, Paolo Carsetti e Margherita Ciervo (Referente del Comitato Pugliese Acqua Bene Comune). I quattro hanno esposto le ragioni del “SI” ai due quesiti referendari ammessi dalla Corte Costituzionale meno di un mese fa.
Conferenza stampa, stamane, anche a Bari: il Comitato Pugliese Acqua Bene Comune parlava sì di referendum, ma soprattutto del DDL per la ripubblicizzazione dell'Acquedotto Pugliese che (ormai gennaio è finito) non riesce ad approdare ancora in consiglio regionale. Il fatto è che per la seconda volta il DDL, nato a fine 2009 dalla collaborazione tra governo regionale pugliese e movimenti per l'acqua, rischia di essere stravolto nella sua essenza da alcuni emendamenti (peraltro annunciati dallo stesso Amati nell'incontro con il comitato lo scorso 28 dicempre 2010).
Il Comitato pugliese Acqua bene comune ritiene non condivisibili alcuni emendamenti al DDL comunicati dall'ass. Amati in quanto modificano sostanzialmente il testo del disegno di legge e si presentano come poco chiari e suscettibili di interpretazioni, a nostro parere, non in linea con i principi che hanno guidato fin dall’inizio il percorso di ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese.
In particolare l'obiettivo di affidare la gestione di tutto il SII in Puglia ad un soggetto di diritto pubblico sembra disatteso laddove si prevede (art. 5 comma 4) che “attività in stretta stretta conseguenza della gestione del servizio idrico integrato” possano essere gestite attraverso la costituzione di società miste. Se tale articolo fosse approvato in questa formulazione si trasformerebbe l'AQP in ente pubblico ma una parte di attività legate al SII e non meglio specificate sarebbero gestite da società miste cioè da società di diritto privato con capitale privato e secondo logiche di profitto. Inopportuno – oltre che giuridicamente discutibile – ci appare poi il richiamo all'art. 23 bis comma 3 che è oggetto di uno dei referendum che il governo regionale ha, in più occasioni, dichiarato di appoggiare.
Altro punto fondamentale che ci appare “annacquato” dagli emendamenti è la partecipazione di cittadini e lavoratori alla gestione. Una gestione pubblica e partecipata richiede, infatti, un organismo di gestione plurale e decentrato, che non pare compatibile con la scelta di un organo di gestione monocratico (l'amministratore unico) nominato dal solo Presidente della Regione, sentita la giunta.
Comitato Pugliese Acqua Bene Comune
Nessun commento:
Posta un commento