Il Mediterraneo è in fiamme. L'Italia però è dall'altra parte del mare, oltre la linea spezzafuoco.
Noi ci stiamo masturbando con le lotte interne al centrodestra (quanti finiani hanno aderito al gruppo per non far cadere il governo? Quanto hanno chiesto in cambio?) e al centrosinistra (il futuro premier è la Bindi, no è Bersani, no è Vendola, no è Paperino...) mentre un popolo fino ad ora guardato con il sospetto e l'aria di superiorità di chi ha già conquistato la democrazia fa sentire la propria voce ai dittatori imposti tra sangue e ingerenze occidentali più o meno forti.
Vorremmo che almeno di fronte ad un popolo in lotta per la libertà, il partito che la porta nel nome facesse uno scatto d'orgoglio e non si inchinasse al dittatore di turno. Possibile che dobbiamo sentir difendere Mubarak o Gheddafi? Quante violazioni dei diritti umani sono necessarie perchè lo schifo raggiunga il cervello e dia il segnale di smettere di dare solidarietà a chi ha conquistato o conservato il potere fuori da ogni logica democratica?
Forse occorre prima fare mea culpa sui vizi della nostra democrazia, giovane e imprecisa e sperare che la nostra TrIsTalia non sia - come al solito - esempio di deviazioni di regime per tutta l'Europa.
Pane, lavoro e libertà sono tre parole sulle quali si fonda la pace. Il Maghreb le sta urlando al mondo intero. Oggi il pane nel nord Africa è costoso per colpa della Borsa di Chicago, mentre la disoccupazione tra i giovani, soprattutto laureati, rimane alta ed in molti Paesi dell'area è in continuo aumento. L’Europa dovrebbe e potrebbe aiutare un processo di unificazione del Maghreb (UMA). Ma l’UMA potrebbe andare oltre la cooperazione economica per comprendere anche la cooperazione a salvaguardia delle libertà fondamentali come la “libertà di manifestare”. (Unimondo - Fabio Pipinato) Leggi tutto
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