venerdì 10 agosto 2012
Cassandre alla diossina
Monologo per Cassandra
Sono io, Cassandra.
E questa è la mia città sotto le ceneri.
E questi i miei nastri e la verga di profeta.
E questa è la mia testa piena di dubbi.
E’ vero, sto trionfando.
I miei giusti presagi hanno acceso il cielo.
Solamente i profeti inascoltati
godono di simili viste. [...]
E’ andata come dicevo io.
Però non ne viene nulla.
[...]
*Wislawa Szymborska, Premio Nobel per la Letteratura 1996
La città sotto le ceneri, quelle piene di inquinanti dai nomi difficili come benzoapirene e o dal suono letale come diossina, è TARANTO. Il "cavallo di Troia", il dono con una sorpresa letale è l'ILVA, la grande fabbrica venuta a portare lavoro e prosperità ai cittadini di Taras.
Lavoro e prosperità che hanno, poi, rivelato la loro puzza di morte e declino: si ammalano e muoiono prima gli animali, si ammalano gli uomini, muoiono gli operai e le famiglie affacciate sulla polvere rossastra che sputa l'ILVA.
L'aveva raccontato anni fa, Carlo Vulpio prima dalle colonne del Corriere della Sera, poi nel suo libro "La città delle nuvole" (Edizioni Ambiente 2009).
Come Cassandra inascoltato, fino alla sentenza del GIP di Taranto dei giorni scorsi.
Skytg24 l'ha intervistato (in diretta). Ascoltarlo fa male perché dimostra che quello che scrivono i giudici si sapeva, che molti hanno visto e pochissimi (soprattutto nelle stanze del potere) hanno fatto.
Questo il video della serata a Taranto nel giugno 2009.
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