venerdì 18 luglio 2008

Il sonno dell’educazione genera mostri



Un’altra Italia. Per ora non si vede. Si vede solo, contenta di sé, l’Italia che si specchia in Silvio Berlusconi. È un’Italia tranquilla, quando sente elogiare come eroi i condannati per mafia e prospettare la visita psichiatrica per i magistrati disobbedienti al potere. Compiaciuta, quando sente che si prenderanno i fucili. Felice, quando le viene promesso che gli stranieri saranno ributtati in mare. Ammirata, quando vede governanti così furbi da confezionare leggi fatte apposta per i propri interessi. Devota, quando non muove un dito per sradicare i sistemi mafiosi e si esalta per la festa del santo patrono. E soprattutto commossa e appassionata, quando le annunciano che le tasse saranno ridotte e, chissà, un domani del tutto abolite. È un’Italia capace di declinare l’egoismo in mille versioni solidali tra loro: l’egoismo economico, quello ideologico, quello localista, quello razzista, quello religioso, quello generazionale. Un egoismo comunque ben vestito, perché si presenta come libertà. È questa l’Italia che gode nel riconoscersi dalla parte della ragione grazie alla vittoria elettorale di aprile: chi vince è nella verità.
Il nodo di tutto, per me, è il seguente: il sonno, dell’educazione genera mostri. Questa Italia ha allergia all’educazione civica, alla cultura dei doveri e dei diritti umani e alla Costituzione della Repubblica più che alle lingue straniere, delle quali per lo più resta ignara. Saltando, nell’analisi di una situazione politica simile, tutte le cause di superficie, occasionali, tattiche, umorali, congiunturali, o legate alla vigente legge elettorale, e andando dritti alle fonti culturali più profonde, mi pare che la radice di tale disastro della democrazia risieda in una grave distorsione dei sistemi motivazionali più diffusi. Da quale ordine di significati, di argomenti, di ragioni traggono il proprio orientamento politico molti individui?

I sistemi orientativi e motivazionali, amplificati dai media, sono essenzialmente due. Il primo è quello economico, imbarbarito dall’impulso a sopravvivere senza farsi scrupolo alcuno o ad arricchirsi a tutti costi. Perciò per vincere le elezioni basta risultare credibili nella lotta contro le tasse.
Il secondo sistema è quello religioso. Ma di una religiosità a buon mercato, che preferisce volentieri la devozione alla pratica della fraternità e della giustizia, che scambia la conversione della propria vita con una comoda adesione ideologica. Chi pensa di difendere così i valori, la famiglia, la lotta all’aborto, la scuola cattolica si rassicura con lo slogan “meno male che Silvio c’è”.
I sistemi educativi che dovrebbero formare persone e buoni cittadini - che poi legittimamente diventeranno soggetti politici orientati a destra, al centro o a sinistra - sono in grave crisi: famiglia, parrocchie, scuola, università, movimenti giovanili. [...]

Eppure un’altra Italia esiste. Deve imparare l’arte della traduzione e della persuasione. Traduzione delle sue esperienze -belle, ma di nicchia- nella cultura diffusa, nei partiti e nelle istituzioni; persuasione proposta sollecitando chiunque a vedere più in là di quanto non permetta l’egoismo travestito da libertà.

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di Roberto Mancini, "Altreconomia", maggio 2008
Roberto Mancini insegna Filosofia teoretica all’Università di Macerata. Dirige la collana “Orizzonte filosofico” della Cittadella editrice di Assisi. È membro del Comitato scientifico delle Scuole di Pace della Provincia di Lucca e del Comune di Senigallia (An). Il suo ultimo libro è “La buona reciprocità. Famiglia, scuola, educazione” (Cittadella editrice, 2008)

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