sabato 25 ottobre 2014

La Rete appulo-lucana SALVA L'ACQUA: RIAFFERMARE IL PRIMATO DELL'ACQUA sul PETROLIO



 comunicato stampa

 La Rete appulo-lucana SALVA L'ACQUA alla sua 5^assemblea
ANNUNCIATE NUOVE INIZIATIVE contro lo SBLOCCA ITALIA per
RIAFFERMARE IL PRIMATO DELL'ACQUA sul PETROLIO
NON SI ESCLUDE UN RICORSO ALLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA


Domenica 19.10.2014, ad Altamura ha avuto luogo la 5^ assemblea della Rete SAL­VA L'ACQUA che riunisce comitati e gruppi attivi pugliesi e lucani che operano in diversi contesti, ma hanno tutti a cuore il diritto all'Acqua potabile e la salvaguardia del Bene Comune per eccellenza. All'odg l'allerta suscitata dagli ultimi sviluppi legislativi che, con il decreto “Sblocca-Ita­lia” creano le condizioni per ulteriori catastrofi ambientali inevitabili laddove le leggi del mercato e del profitto hanno il sopravvento sulla salvaguardia della salute, della ter­ra nella quale viviamo e delle persone stesse.
“In tutta Italia sono centinaia i Comitati e le Associazioni che si stanno opponendo a qua­lunque trivellazione, in mare e sulla terra ferma, consapevoli dei grandissimi rischi sani­tari, sociali ed ambientali derivanti dall’oro nero (sic!) e che restano a carico delle Co­munità. Noi siamo parte attiva di questa decisa opposizione”.
Diversi sindaci lucani stanno facendo rete per cercare di arginare la deriva vertici­stica e deregolamentatrice del governo Renzi che con il decreto (che diventerà legge il prossimo 12 novembre) Lo stesso provvedimento definisce “strategiche” e quindi incom­patibili con le “lungaggini burocratiche”, le trivellazioni, ignorando gli effetti devastanti che le attività estrattive e di lavorazione del petrolio hanno ed avranno su un ecosiste­ma delicato com'è quello della Basilicata.
“L'acqua lucana disseta (e non solo) anche i pugliesi, ecco perché durante l'ultima l'as­semblea la Rete APPULO-LUCANA ha messo in cantiere una serie di iniziative volte a sol­lecitare i governi regionali di Puglia e Basilicata affinché chiedano il rispetto della pro­pria prerogativa in materia di tutela del territorio e della salute”.
I governi di Puglia e Basilicata saranno chiamati in causa con la richiesta che presentino ricorso alla Corte Costituzionale. Verranno corresponsabilizzati anche i sindaci pugliesi: non si può pensare di lasciare soli i primi cittadidi lucani. Il sindaco ha il compito di tutelare la salute dei concittadini con una delibera di consiglio o di giunta, con altro atto pubblico può lanciare un messaggio chiaro al governo nazionale: L'ACQUA VIENE PRIMA DEL PETROLIO – LA SALUTE E LA VITA STESSA VENGONO PRIMA DEI SOLDI.
La nostra protesta raggiungerà anche i parlamentari tra i quali non mancano coloro che predicano bene (in campagna elettorale) e razzolano male in Parlamento. “Per ottenere il rispetto dei nostri diritti (all'acqua, ad un ambiente salubre, alla salute) non esiteremo, infine, a rivolgerci alla Corte di Giustizia Europea”

23.10.14


Perchè si scrive salva l'acqua
e si legge salva la vita
Rete APPULO-LUCANA Salva l'ACQUA

Comitato Pugliese AcquaBeneComune, AcquaBeneComune Altamura, 
Movimento ilGrillaio Altamura, QuiBariLibera, Movimento Aria Fresca, 
Centro Studi Torre di Nebbia, Ass. Carthage, RifiutiZero Prov. Bari, 
AcquaBeneComune Bari, Coord. Acqua Pubblica Basilicata, 
Mediterraneo NO TRIV, Ass. Ross@, AcquaBeneComune Giovinazzo, 
AcquaBeneComune Lecce, AcquaBeneComune Brindis

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giovedì 9 ottobre 2014

URGE DELIBERA COMUNALE CONTRO LO "SFASCIA-ITALIA" anche ad Altamura

Comunicato stampa
Il consiglio comunale tuteli il territorio di Altamura e la sua economia sana
chieda alla regione di impugnare lo sblocca-italia” dinanzi alla Corte Costituzionale

URGE DELIBERA COMUNALE CONTRO LO SFASCIA-ITALIA
Il decreto che distrugge il Belpaese preferendo l'economia nera del petrolio
alle eccellenze di un turismo eno-gastronomico e paesaggistico unico al mondo


Il Decreto “Sblocca Italia” varato dal Governo Renzi il 12 settembre scorso è un provvedimento che porterebbe il Belpaese in un vicolo cieco... e nero come il petrolio.

NON DI SOLO PETROLIO VIVONO PUGLIESI E LUCANI: nel decreto, l'economia nera del petrolio prevarica ogni aspetto sano della nostra economia:
  • Il mare, che fa vivere milioni di persone con il turismo e la pesca;
  • la terra, dove l’agricoltura di qualità produce vino e olio venduti in tutto il mondo;
  • le montagne, con i paesaggi sopravvissuti a decenni di uso dissennato del territorio.

Renzi rilancia le attività petrolifere (addirittura nel Golfo di Napoli tra Capri ed Ischia!) con un obiettivo chiaro e inquietante: la petrolizzazione di tutta la penisola a discapito dei delicatissimi equilibri ambientali, soprattuto dei corpi idrici.

DOP (Denominazione di Origine Petrolifera): nel decreto si dà poca importanza alle produzioni agro alimentari di qualità (il PANE DOP, la frutta biologica...) ed il nostro paesaggio è un optional come tutte le attività economiche non inquinanti.
D'altra parte, si considerano strategiche e di rilevanza nazionale i pozzi e l'economia del petrolio, attività altamente inquinanti che arricchiscono le grandi multinazionali del petrolio e lasciano ferite insanabili nel territorio. L'economia nera del petrolio non ha portato alcun vantaggio ai cittadini ed ha costituito solo un ostacolo per una economia “pulita”.

BRUCIA-ITALIA? NON ROMPETECI I POLMONI!: Nel decreto si torna a spingere verso la dannosa pratica dell'incenerimento dei rifiuti, andando contro le stesse direttive europee che parlano di RIDUZIONE ALLA FONTE. Bruciare i rifiuti significa spostare ceneri e pericolosissimi inquinanti nell'aria (NOSTRI POLMONI!).

L'ACQUA (quel poco che resta) SI VENDE E SI MORTIFICA LA DEMOCRAZIA: la privatizzazione del servizio idrico e le grandi opere vengono ancora una volta spacciati come i toccasana per la “crescita” con l'aiuto di commissari e general contractor che gestiranno grandi aree urbane in tutto il Paese. Questo Decreto anticipa, di fatto, le peggiori previsioni della modifica della Costituzione: accentra il potere escludendo le comunità locali da qualsiasi forma di partecipazione alla gestione del loro territorio. Alla faccia del referendum del 2011.

Noi del Movimento ilGrillaio riteniamo che le vere risorse strategiche dell'Italia ed in particolare della nostra città siano il nostro sistema agro-ambientale, le forme di economia diffusa, dal turismo all’agricoltura, dalle rinnovabili diffuse alle filiere del riciclo e del riutilizzo.

Contrastare il decreto “Sblocca Itala” è un obbligo per la cittadinanza attiva e per gli amministratori locali responsabili affinché la bellezza e la genuinità di un paese non siano soffocate dagli interessi di pochi petrolieri, cementificatori e affaristi dei rifiuti e delle bonifiche.

Sottoponiamo al sindaco, al presidente del consiglio e a tutti i consiglieri LA SEGUENTE PROPOSTA DI DELIBERA chiedendo, infine, che la stessa sia inviata alla Regione con la richiesta di IMPUGNARE IL DECRETO SBLOCCA-ITALIA dinanzi alla Corte Costituzionale.

Movimento ilGrillaio Altamura

SCARICA IL TESTO DELLA PROPOSTA DI DELIBERA

lunedì 6 ottobre 2014

I RIFIUTI E L'ARO BA4 PAGATA DAI CITTADINI PER DELEGARE AL CONSIP



Comunicato stampa

I nuovi sindaci di Cassano, Toritto e Poggiorsini chiedano spiegazioni ai colleghi di Aro BA4

I RIFIUTI E L'ECOTASSA NON ASPETTANO I COMODI DELL'ARO
 
PAGATA DAI CITTADINI PER NON DECIDERE

I consigli comunali sono stati informati della svolta pilatesca che delega tutto al CONSIP? Chi pagherà per tutto questo inutile e dannoso ritardo?


Le convocazioni ufficiali dell'ARO sono ferme, sulla carta, al 13 gennaio scorso quando grazie ad un presidio organizzato dalla Rete RZ sotto al comune di Gravina si riuscì a bloccare l'approvazione di un regolamento ed una carta dei servizi che presentavano non poche perplessità:
    - POSSIBILITA' DI BRUCIARE  PARTE DI QUELLO CHE I CITTADINI DIFFERENZIANO;
    - ASSENZA di meccanismi  di PARTECIPAZIONE dei cittadini;
    - CAUZIONE SUI BIDONI DELLA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA FINO A 1000 Euro;
Da allora ne è passata di monnezza sotto i palazzi, sempre di più e sempre più senza controllo. La raccolta differenziata ferma al palo (solo 20%  a giugno 2014) ed i soliti fessi che pagheranno caro tutto questo.
E' bene ricordare che l'ARO Ba4 (istituita con la leggere regionale del 2012) aveva il compito di preparare un bando di gara unico per tutti i sette comuni (Altamura, Gravina, Santeramo, Cassano, Poggiorsini, Grumo Appula, Toritto).
In due anni, oltre ad un sacco di chiacchiere su ipotetiche e fantomatiche affidamenti, di rassicurazioni da parte del segretario dell’ARO Ba4, dott. D’Amore (quanto è costata la segreteria dell'ARO ai cittadini dei sette comuni?) le cose sono sostanzialmente ferme, anzi si muovono al di fuori. Ad essere cattivi ci sarebbe da pensare che coloro che hanno lasciato passare tutto questo tempo possono avere un qualche interesse a lasciare le cose così come sono (a parte Cassano, tutti i comuni sono in una sorta di proroga) ed è facile ipotizzare chi sono i veri beneficiari di questa stasi.
Su COLORO CHE LA PAGHERANNO CARA, invece, le ipotesi lasciano il posto alle certezze.
A PAGARE CARO questo ritardo saranno i cittadini e le cittadine che tra qualche mese sborseranno i vari aumenti previsti con la TASI e con la ECOTASSA.
E' di questi giorni, poi, la notizia che il presidente dell'ARO BA4, Alesio Valente (sindaco di Gravina), ha siglato un accordo con la CONSIP (società per azioni del Ministero dell'Economia e delle Finanze che svolge attività di consulenza, assistenza e supporto nell'ambito degli acquisti di beni e servizi delle amministrazioni pubbliche) per la messa al bando del servizio di raccolta dei rifiuti. Come dire: “Scusate. Per un anno abbiamo scherzato!”. Per un anno, infatti, l'ARO è stata ferma al palo, anzi al bidone. Soldi e risorse buttati al vento.
E' lecito chiedere in quale sede si è deciso di delegare al CONSIP e da quale documento ufficiale si desume l’assegnazione dell’incarico? I consigli comunali sono stati informati di questa svolta pilatesca che espropria ancora di più il ruolo politico dei consigli comunali?
Come si giustificano i soldi spesi per la costituzione dell’ARO Ba4  e dei lavori da esso svolti? Quali ulteriori costi nasconde questa operazione?
I politici devono dar conto alla collettività delle decisioni che dovrebbero essere prese nell’interesse di tutti. Chiediamo la TRASPARENZA e la CHIAREZZA, tanto declamate da alcuni nostri politici ma solo a mezzo stampa.
La "monnezza" deve smettere di essere qualcosa da "scaricare", in discarica o in mano a terzi lontani dalla collettività! I rifiuti sono beni da recuperare, riutilizzare e solo alla fine da riciclare! Il futuro è nero se non è a rifiuti zero (o se almeno non ci proviamo)
05.10.2014
Movimento ilGRILLAIO Altamura

ilgrillaio.blogspot.it            meetup.ilgrillaio@gmail.com               facebook.com/ilGrillaio.Altamura

domenica 5 ottobre 2014

il Movimento 5 Stelle puglia scrive a Vendola: chiarimenti su ARO, ATO e ciclo dei rifiuti


Al Presidente della Regione Puglia
dott. Nichi Vendola
e p.c.   all’assessore regionale  all’ambiente
dott. Lorenzo Nicastro
ai consiglieri regionali
REGIONE PUGLIA

Ai Sindaci dei comuni pugliesi

ALLA STAMPA

Oggetto: Richiesta di chiarimento su ARO, ATO e ciclo dei rifiuti in Puglia

Egr. Presidente Nichi Vendola,
il buon andamento della Pubblica Amministrazione è principio fondamentale dell’ordinamento giuridico Italiano;
ai sensi dell’art. 14 dello Statuto Regionale: “La Regione riconosce e garantisce il diritto dei cittadini all’informazione sull’attività istituzionale. 2. La Regione riconosce e garantisce il diritto dei cittadini a essere informati sulle  condizioni e qualità dell’ambiente, sui rischi per la salute derivanti dall’esercizio di  attività economiche o dall’esecuzione di opere pubbliche o private e, in generale, su  ogni situazione di pericolo che possa loro derivare da attività incidenti sul territorio.  3. La Regione attiva adeguate forme di ascolto finalizzate alla migliore conoscenza  dei bisogni dei cittadini e delle istanze sociali per il miglioramento dei servizi e delle  prestazioni. 4. La legge regionale disciplina l’esercizio dei diritti di cui al presente articolo”;
a due anni dall’entrata in vigore della Legge Regionale n.24/2012, la parte residua dei rifiuti delle raccolte differenziate, detta anche RUR, rappresenta ancora la parte più rilevante della raccolta dei rifiuti essendo, sul totale dei rifiuti raccolti, una percentuale che nel 2012 si aggirava intorno all’ 81%,  materiale che è quindi destinato a “smaltimento”, tra discariche ed inceneritori disseminati sul nostro territorio;
di contro, la parte “differenziata” era ad un misero 19% circa del totale dei rifiuti raccolti, in netto ritardo con la piena applicazione della Direttiva Europea 2008/98/CE e il suo recepimento nell’ordinamento italiano attraverso le modifiche apportate nel D.Lgs 152/2006, che esigono che al 31/12/2012 il raggiungimento di una percentuale di raccolta differenziata almeno pari al 65% del totale dei rifiuti prodotti.
Attualmente i dati non sono molto incoraggianti: fino a luglio 2014 si registra una percentuale di raccolta differenziata pari al 25%, segnale che davvero scarsi sono stati la politica ed i suoi effetti nell’ambito della gestione dei rifiuti i generale.
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La quasi totalità degli ARO versa in una situazione di stallo imbarazzante, a prova dell’inefficacia della suddetta legge regionale e della irresponsabilità degli amministratori locali.
Tanto premesso, i sottoscritti parlamentari, coadiuvati dal lavoro dei meet up, attivisti e comitati territoriali
VISTA
  • la mancanza di comunicazione pubblica sulle convocazioni delle riunioni degli ARO e ATO;
  • l’assenza di trasparenza nella pubblicazione degli atti (vedi delibere degli ARO e ATO);
  • l’assenza di discussione in merito all’interno dei consigli comunali;
  • la mancanza di coinvolgimento della cittadinanza e la previsione di adeguati strumenti di partecipazione attiva nelle procedure consultive e decisionali;
RAVVISATI
  • ritardi e rallentamenti nei lavori in sede di approvazione di Piano industriale, carta dei servizi e regolamento nella quasi totalità degli ARO;
  • Il commissariamento da parte della regione Puglia, con D.G.R. n.1169 del 10 Giugno 2014 di parte degli ARO, nello specifico: ARO8/BA, ARO1/BT, ARO4/FG, ARO8/FG, ARO2/LE, ARO5/LE, ARO10/LE, ARO11/LE, ARO5/TA in quanto non adempienti alle disposizioni di cui alla L.R. 24/2012 e ss.mm.ii. ed alla DGR 2877/2012
CHIEDONO
  • quale sia la destinazione di parte della differenziata al recupero di “energia” (cosa che non esclude l’incenerimento, vedi articolo 12 regolamento dell’ARO BA 4).
  • maggior controllo da parte degli enti regionali preposti all’attività degli ARO garantendo la trasparenza nei percorsi decisionali degli stessi;
  • che i consigli comunali si riuniscano in sedute monotematiche pubbliche e che da esse se ne tragga un atto di indirizzo da portare nelle riunioni, anch’esse pubbliche, di ARO e ATO, affinché questi ultimi ambiti possano recepire e valorizzare le singole esigenze e renderle comuni);
  • che le convocazioni e la totalità delle delibere degli ARO e ATO siano pubbliche, e disponibili nel portale “Ambiente” della Regione Puglia e sui siti web dei comuni di competenza;
  • maggior coinvolgimento dei cittadini/utenti nelle scelte che ricadranno sul futuro dell’intera collettività;
  • una presa di posizione chiara e decisa in direzione della strategia RIFIUTI ZERO, l’unica strada percorribile a tutela dei cittadini e dell’ambiente, con progressiva chiusura degli inceneritori (con e senza recupero energetico) esistenti in Puglia, nel rispetto dell’art.4 della direttiva 98/2008/CEE sulla “gerarchia dei rifiuti” che impone come prioritaria la diminuzione a monte della produzione dei rifiuti;
  • annullamento e revoca degli atti che individuano 2 discariche, Grottelline e Corigliano d’Otranto, che metterebbero a rischio rispettivamente le falde acquifere della fossa bradanica e della più grande riserva idrica sotterranea del Salento;
  • un piano di realizzazione di impianti di compostaggio pubblici e domestici che consentano di conferire la FORSU con costi di conferimento per i Comuni non elevati e sconti sulla tariffa;
  • che siano attivati impianti di selezione spinta dei rifiuti indifferenziati al fine di recuperare dagli stessi i materiali direttamente riciclabili;
  • di verifica lo stato dell’arte sugli obiettivi indicati all’art. 181 del D.Lgs 152/06 in materia di riciclaggio e recupero dei rifiuti;
  • alla Regione Puglia se sia vero il coinvolgimento di Consip e Conai nel ciclo dei rifiuti pugliese (compresi la determinazione e l’espletamento di bandi di gara per l’affidamento dei servizi);
  • alla Regione Puglia quali siano i servizi di competenza dell’ARO (raccolta, spazzamento e trasporto) che sono già stati affidati da parte dei comuni prima che gli ARO avessero deliberato in merito;
  • alla Regione Puglia quale sia il numero totale delle discariche esaurite di RSU (rifiuti solidi urbani) e RS (rifiuti speciali) presenti nel territorio regionale e loro stato di caratterizzazione, messa in sicurezza e bonifica, con particolare riguardo per quelle che non hanno ricevuto alcuna operazione su richiamata e giacciono in uno stato di abbandono totale o parziale;
  • alla Regione Puglia sulla possibilità di gestione “in house” dei servizi di competenza degli ARO e ATO, espletata attraverso soggetti giuridici di diritto pubblico (es. aziende speciali);
  • che venga immediatamente ri­calcolato il tempo di esaurimento della discarica di Massafra a sevizio dell’intero ATO di Taranto, a seguito della chiusura temporanea/definitiva della discarica di Manduria che accoglieva i rifiuti smaltiti dell’ex ATO TA3, rifiuti che ora sono smaltiti presso la suddetta discarica in agro di Massafra;
  • alla Regione Puglia quali siano le possibili soluzioni e siti di destinazione del residuo da raccolte differenziate di RSU e assimilati dell’ATO Taranto, destinato a smaltimento, prima e dopo l’eventuale esaurimento della discarica di Massafra
  • alla Regione Puglia la legittimità a norma di legge degli inceneritori che bruciano rifiuto tal quale come quello gestito da AMIU spa di Taranto;
  • caratterizzazione, messa in sicurezza e bonifica dei 3 lotti della discarica già esaurita e delle 2 vasche di servizio e soccorso per l’impianto di CDR in contrada Martucci a Conversano, modifica dello stesso impianto in vista di una futura conversione in impianto di compostaggio, modifica del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani per il sito di smaltimento dell’ATO BA5 e che la Regione Puglia individui altra soluzione per lo smaltimento del rifiuti residuo da raccolte differenziate;
  • alla luce delle gravi irregolarità accertate in sede di incidente probatorio, relative alla realizzazione delle discariche di servizio e soccorso annesse all’impianto per CDR in c.da Martucci a Conversano, la motivazione della mancata rescissione, da parte della Regione Puglia, del contratto con la Progetto Gestione Bacino Bari Cinque S.r.l.;
  • chiarimenti da parte della Regione Puglia circa la situazione degli impianti di conferimento rifiuti di Andria e Trani, anche alla luce della recente Ordinanza adottata dal Presidente della regione Puglia in data 05/09/2014, prot. 5442;
  • quali siano le intenzioni sia in merito alle discariche di rifiuti speciali che hanno ricevuto autorizzazioni senza osservare quanto previsto dal D.Lgs 152/06, nonché sulle modalità gestionali dei rifiuti speciali nelle aree ILVA oggetto di esposti al NOE di Lecce;
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Se tutto questo è la conseguenza di una legge (peraltro abbondantemente disattesa) ci chiediamo se non sia il caso di fare un passo indietro e ritornare a dare dignità e sovranità ai singoli comuni evitando quei regimi di proroga perennemente perpetrati negli ultimi anni (a cominciare dal rinvio dell’ecotassa regionale) che penalizzano gli amministratori dei comuni virtuosi e premiano quelli incapaci di garantire una gestione sana dei rifiuti.
PERCHE’ IL FUTURO E’ NERO SE NON E’ RIFIUTI ZERO!
Con l’auspicio di una gradita risposta,
l’occasione è gradita per augurarLe una buona giornata

I portavoce alla Camera dei Deputati
Diego De Lorenzis
Giuseppe D’Ambrosio
Giuseppe Brescia
Giuseppe L’Abbate
Emanuele Scagliusi
Francesco Cariello

I portavoce al Senato della Repubblica
Daniela Donno
Maurizio Buccarella
Barbara Lezzi

Il portavoce Europarlamentare
Rosa D’Amato

Rete Rifiuti Zero attivisti M5S PUGLIA
MoVimento 5 Stelle Bari
MoVimento 5 Stelle Noci
Movimento ilGrillaio Altamura
Castellaneta Aperta M5S
Modugno a 5 Stelle
Amici di Beppe Grillo Taranto
Attivisti MoVimento 5 Stelle Casamassima
Adelfia 5 Stelle ­ Amici di Beppe Grillo
Conversano 5 Stelle
Terlizzi 5 Stelle
Gravina 5 Stelle
Pulsano 5 Stelle
Palo 5 Stelle
Attivisti MoVimento 5 Stelle Andria
Attivisti Mottola 5 Stelle
M5S Attivisti Lecce